martedì 9 ottobre 2007

Non so parlare il politichese

Onestamente non conosco il politichese, questa lingua moderna, e, sinceramente, non ho nessun interesse ad impararlo.
Ormai però inizio a capirne i meccanismi.
E' una lingua costruita in modo che le persone possano confondersi per bene, un po' come "carta vince carta perde".
Purtroppo, poco tempo fa, ad una delle solite trasmissioni televisive tra gli ospiti politici ho notato il giornalista-politico Oliviero Beha che raccomandava al popolo la propria lista civica in un ottimo "politichese".
Non mi è piaciuto per niente, ho annusato aria di strumentalizzazione, nel suo dire dal V-Day alla lista civica Nazionale.
Mi dispiace, all'inizio vedendo il sito, avevo creduto anch'io ad un qualcosa fuori dalla solita politica a dadi truccati, ho anche firmato.
Invece dubito molto mi pare l'ennesima simulazione.
Mi dispiace, poteva essere un'occasione.

Le caramelle

Anche oggi mi ritrovo a scrivere, anche oggi ho inviato un commento al blog di Beppe Grillo, anche oggi mi sento un po' perdente.
Ho la sensazione che le cose passino senza lasciar traccia, ho il timore che la mente generale stia sopraffacendo le azioni personali.
Forse mi inoltro troppo nella fantascienza, ma il calderone è colmo.
Urlo tra la folla come sempre, osservo intorno a me il solito inesorabile nulla.
Le mani, mi guardo le mani....
sono vuote come quando, bambina, sognavo montagne di caramelle.
Nel sogno riuscivo ad afferrarne due o tre, le stringevo nei pugni fortissimo poi, mi ripetevo: "questa volta ce la faccio, stavolta non mollo!"
Mi svegliavo con i pugni strettissimi, convinta del risultato, il cuore batteva a mille... aprivo le mani lentamente no!! che delusione, il passaggio non era riuscito.
Non mi sono mai arresa, ho sempre creduto di potercela fare.
Finché, crescendo, non ho più sognato caramelle.
Adesso sogno un mondo giusto, ma sognare non è sufficiente.